Per saperne di più sul sake futsushu
In che modo il futsūshu è diverso dal sake junmai o ginjo?
Il sake futsūshu differisce dal junmai e dal ginjo per il modo in cui viene prodotto, per il grado di lucidatura del riso e per la sua categoria. A differenza del junmai, che contiene solo riso, acqua, koji e nessun alcol aggiunto, il futsūshu può includere una piccola quantità di alcol aggiunto per regolare il sapore. È anche meno esigente quando si tratta di lucidare il riso, spesso oltre il 70%, mentre il ginjo e il daiginjo richiedono un tasso di lucidatura molto più basso, per sapori più delicati.
Meno raffinato ma più accessibile, il futsūshu rimane il tipo di sake giapponese più diffuso in Giappone. È una bevanda per tutti i giorni, spesso servita a temperatura ambiente o tiepida, mentre i sake ginjo o daiginjo sono più adatti a essere gustati freddi, come un vino bianco pregiato o un whisky leggero.
Il futsūshu è quindi un prodotto semplice e autentico, spesso utilizzato in cucina o con i piatti giapponesi, mentre i sakè di qualità superiore come il junmai ginjo o il dassai sono più riservati al puro piacere.
Come vengono prodotti i futsūshu di qualità?
Un futsūshu di qualità inizia con una rigorosa selezione del riso giapponese, spesso meno raffinato di quello per un junmai o un ginjo, ma comunque adatto alla produzione di sake. Il riso viene cotto a vapore e poi inoculato con il koji, un fermento essenziale che trasforma l'amido in zuccheri fermentabili.
Poi vengono aggiuntiacqua pura (spesso di provenienza locale) e lievito per avviare la fermentazione. Ciò che distingue il futsūshu è l'aggiunta misurata dialcol distillato (spesso ricavato dal riso o dalla canna) - una pratica consentita in questa categoria di sake per bilanciare i sapori, alleggerire la consistenza o esaltare alcuni aromi.
In un birrificio giapponese rinomato (come Ozeki, Kubota o Kawasemi), un buon futsūshu rispetta un tempo di fermentazione preciso e un know-how che garantisce un gusto rotondo, secco o leggermente umami, a seconda dello stile. Alcuni sono addirittura prodotti come genshu (non diluiti) per un profilo alcolico più ricco.
A che temperatura va servito il futsūshu?
Il futsūshu, il sake giapponese più comunemente consumato, può essere gustato a temperature diverse a seconda del tipo, del birrificio di origine e dell'effetto desiderato sul sapore. Tradizionalmente, viene servito caldo (kanzake), tra i 40 e i 55°C, per esaltare i sapori rotondi, ammorbidire l'acidità e accentuare l'umami. Questo metodo è ideale per i futsūshu ricchi o rustici, spesso serviti negli izakaya in Giappone.
Ma un futsūshu di migliore qualità, prodotto con cura da case come Ozeki, Kubota o Kawasemi, può essere gustato anche a temperatura ambiente (20°C) o leggermente raffreddato (10-15°C), soprattutto se offre un sapore più equilibrato o fruttato.
La scelta dipende anche dai piatti giapponesi che vengono serviti con esso: caldo per piatti stufati o fritti, fresco con sashimi o verdure. In ogni caso, il futsūshu è un prodotto versatile, meno formale del sake junmai, ginjo o daiginjo, ma che merita tutta la vostra attenzione al momento della degustazione.
Con quali piatti si abbina meglio il futsūshu?
Il Futsūshu, sakè da tavola giapponese, si abbina perfettamente a un'ampia varietà di piatti giapponesi quotidiani. Grazie al suo sapore semplice ed equilibrato, si abbina bene sia a piatti caldi che freddi. Servito caldo o a temperatura ambiente, si abbina molto bene a piatti ricchi come tonkatsu (carne di maiale impanata), yakitori o nabemono (fonduta giapponese).
Per accompagnamenti più leggeri, un futsūshu leggermente raffreddato si sposa bene anche con verdure grigliate, tofu saltato o piatti a base di riso e pesce (chirashi, donburi). È ideale come bevanda di tutti i giorni, mentre un junmai o un daiginjo sarebbero riservati a una degustazione più cerimoniale.
È adatto per i cocktail o per la cucina?
Sì, il futsūshu si adatta perfettamente sia alla cucina giapponese che ai cocktail. Questo tipo di sakè giapponese è ideale per cucinare piatti tradizionali: riso in agrodolce, salse teriyaki, nabe o brodi profumati. Aggiunge rotondità, umami e una sottile nota alcolica che evapora durante la cottura.
Per quanto riguarda le bevande, il futsūshu può essere utilizzato anche nei cocktail, come il Saké Tonic, o combinato con yuzu, zenzero o persino liquori come il whisky giapponese o lo shochu, per ottenere miscele originali. Alcuni futsūshu frizzanti o genshu (non diluiti) si prestano bene a questo tipo di creazione.














